Back in two hours. Together.

Due ore. Solo due ore. Che poi, a dirla tutta, possono essere di meno o anche di più. Ed è proprio questa la bellezza delle nostre due ore: dimenticare tutto, compreso l’orologio, e andare. Per questo certe volte possono poi diventare due e mezza, tre o addirittura quattro. Altre volte, invece, scegliamo di pedalare, fermarci, e investire il nostro tempo giù dalla sella. La bici, in questo caso, è il mezzo per arrivare dove sappiamo di trovare ciò di cui abbiamo bisogno. Un posto segreto, fuori dai normali circuiti turistici e ciclistici. Un posto lontano da tutto e da tutti. Un posto che può avere un valore molto profondo e che, magari, abbiamo necessità di spartire. Perché se è vero che spesso prendere una bici e andare, da soli, la consideriamo vera libertà, altre volte la condivisione è ciò che più desideriamo. 

Ognuno ha il suo luogo ed arrivarci è un rito. La maggior parte delle volte si percorre la stessa strada per raggiungerlo, in altri casi si cambia giusto per avere qualche novità. Queste volte, a dirla tutta, sono un po’ una forzatura: alla fine se scegliamo quasi sempre lo stesso percorso è perché è quello che preferiamo. Più la strada è particolare, difficoltosa, tortuosa, più la sentiamo nostra. Magari si fa una sparata, si va a tutta, proprio perché si sa che poi ci si rilasserà un po’ e si perderanno parecchi minuti, che poi persi non sono.

Le bici si appoggiano sempre allo stesso posto, anche se di alternative ce ne sarebbero, eccome. Ma un rito è un rito e cambiare, sostituire, modificare, non è previsto. Solo l’abbigliamento cambia, esattamente come il panorama a seconda della stagione. Le foglie per terra in autunno, gli alberi spogli in inverno, la vita che torna a fare capolino in primavera, il caldo insopportabile in estate. E via così, incessantemente, stagione dopo stagione, anno dopo anno: quel posto rimane sempre lì. È il tuo luogo, e ogni tanto le tue due ore ti portano proprio là.

Le tue due ore sono anche queste: in compagnia per condividere un luogo che non è solo un luogo. È molto di più.

Max veste Academy, una maglia tecnica estremamente versatile realizzata in lana merino light di estrema finezza. La vestibilità morbida e il look contemporaneo la rendono ideale anche per il ciclismo di nuova evoluzione: dal gravel alla strada, all’ E-bike sino all’MTB. Grazie alle proprietà della lana merino, la maglia ha eccezionali proprietà di termoregolazione, traspirabilità, capacità di assorbimento del sudore, rapidità di asciugatura, prevenzione degli odori e una morbidezza unica.

Marzia invece indossa Glory, una maglia realizzata in tessuto elasticizzato con effetto cotone, leggera e dall’elevata traspirabilità. La particolare aletta che ricopre completamente le tasche posteriori è un dettaglio che rende il capo adatto a essere utilizzato anche per altre attività outdoor, giù dalla bici.